Pizzo Calabro (VV): una perla ‘gustosa’ della “Costa degli Dei”.

La “Costa degli Dei”, questo splendido tratto di costa tirrenica calabrese (55 km da Pizzo a Nicotera tutti in provincia di Vibo Valentia ), è un susseguirsi di spiagge sabbiose e dorate, pittoresche baie e calette (spesso raggiungibili solo a piedi o in barca), scogliere a picco sul mare e rocce frastagliate, il tutto accarezzato da un mare multicolore e cristallino, un vero paradiso per bagnanti e sub. Senza farsi ammaliare dal richiamo delle “sirene” per le più famose e gettonate località turistiche di Tropea e Capo Vaticano, questa volta ho rivolto il mio interesse e la mia curiosità ad una piccola cittadina di 9000 abitanti, arroccata su un promontorio di tufo, che guarda in giù il mare e le sue belle spiagge, Pizzo Calabro. Secondo la tradizione sorse sulle rovine dell’antica Napitia, fondata da Nepeto, eroe greco focese sfuggito da Troia; ma di ciò non c’è nessuna evidenza storica. Notizie documentate del caratteristico borgo si hanno a partire dal 1300. Di impronta medievale, il borgo è un susseguirsi di scalinate, viuzze e vicoli stretti, palazzi signorili con vecchi balconi e portoni nobiliari, Chiese importanti, antiche fontane e graziosi negozi di artigianato e prodotti tipici locali. Senza dimenticare la famosa scultura in ferro “Il Collezionista di venti”, opera realizzata dall’artista Edoardo Tresoldi, il Castello aragonese, noto anche come “Castello Murat” e la suggestiva, mistica e leggendaria “Chiesa di Piedigrotta”, interamente scavata nelle rocce tufacee. Per tutto questo e per il desiderio di assaggiare il famosissimo e tipico “tartufo” gelato di Pizzo, decido che una visita è d’obbligo. La giornata qui al Calypso di Bocale(RC) è nuvolosa, ha piovuto, ma verso nord si intravede il sole… Sono ca. 120 km, quasi interamente d’autostrada. Arrivo e il sole ormai la fa da padrone. Parcheggio (su consiglio degli abitanti) nei pressi della Chiesa di San Rocco e San Francesco da Paola, comodo, gratis e sopra il centro. Una breve e tortuosa scalinata mi porta in Via S. Francesco. Si respira un’aria familiare, un lento camminare è l’ideale per gironzolare e ammirare le bellezze del borgo, per arrivare, inevitabilmente, in Corso Garibaldi e quindi in Piazza della Repubblica, vero centro pulsante del paese. Edifici storici, chiese, ristoranti, pasticcerie e soprattutto le famose “gelaterie artigianali” del “tartufo” di Pizzo abbracciano la Piazza, e per il turista non c’è scampo, deve solo scegliere il tavolino dove fermarsi per assaggiare il famoso gelato, (il primo ad aver ottenuto il marchio IGP). Alla fine della Piazza ti aspetta una vista meravigliosa, che incanta, una balconata che si perde nel blu del mare sin alle isole Eolie e che i napitini o pizzitani, chiamano “U spunduni”(il balcone). Poco sotto la piazza, ai piedi del castello, la statua “Il Collezionista di venti”. L’opera raffigura un uomo assorto nella contemplazione del panorama, che lascia che il suo sguardo e i suoi pensieri si spingano oltre l’orizzonte visibile, quasi volesse suggerirci di fare la stessa cosa… A destra il castello Murat, (biglietto di ingresso cumulativo Castello+Piedigrotta € 4.50, consigliato). La visita si sviluppa attraverso un percorso guidato del castello, tra nicchie, corridoi, stanze e manichini con le uniformi francesi e napoletane dell’epoca, che riproducono gli ultimi giorni di vita del re di Napoli, Gioacchino Murat: la detenzione, il processo e la morte. Accusato di atti rivoluzionari contro Ferdinando IV di Borbone venne giustiziato il 13 ottobre 1815, la sua tomba si trova nella Chiesa Matrice di San Giorgio. Dalla terrazza del castello un altro bel panorama sulla Piazza, che mi aspetta per degustare il famoso gelato. Scelgo una gelateria (dove ti fermi non sbagli mai) e ordino il “tartufo”. Solo la vista è già di per sé gioia per gli occhi, il gusto poi, è qualcosa di inimitabile, unico e appagante, una vera e propria opera d’arte, una perla dei maestri gelatieri di Pizzo. E’ ora di passare dal profano al sacro, la visita alla Chiesa di Piedigrotta. Per arrivarci è (quasi) d’obbligo risalire in auto per qualche minuto. Dalla strada si scende lungo una scalinata che porta al mare e alla spiaggia di “Prangi”(o di Piedigrotta); alla destra l’ingresso. Qui il racconto popolare si mescola alla storia. La leggenda narra del naufragio di un veliero napoletano avvenuto nelle acque di fronte a Pizzo, intorno alla metà del ‘600. Il comandante, che teneva nella propria cabina il quadro della Madonna di Piedigrotta, insieme con i suoi uomini fecero un voto alla Vergine: in caso di salvezza avrebbero eretto una cappella dedicata alla Madonna. Tutto l’equipaggio si salvò e mantennero la promessa fatta, scavando nella roccia una piccola cappella. La sua storia moderna, invece,inizia tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, quando un artista locale, Angelo Barone, affascinato dai racconti mitici dei pescatori sull’origine della grotta, ampliò la stessa, realizzando al suo interno diversi gruppi scultorei, ricavati direttamente sulla roccia di tufo, che rappresentano la vita del Cristo e le storie dei Santi. Alla sua morte (1915), il figlio Alfonso e successivamente il nipote Giorgio continuarono l’opera, dando alla Chiesa l’aspetto che oggi e’ visibile ai visitatori. L’accesso e la visita, gestiti in modo esemplare dalla locale “Cooperativa Kairos”, sono ordinati. Entri e resti folgorato da tanta bellezza e misticità, e tutto un gioco di ombre e luci. Il mio pensiero ora corre indietro nel tempo, di certo quei marinai non potevano trovare luogo migliore per mantenere la promessa fatta alla Madonna. Inizio a fotografare, nella speranza che le immagini catturate possano trasmettere emozioni e bellezza, più del semplice scatto. Soddisfatto e appagato, riprendo la via del ritorno. Una visita che consiglio, in tutti i sensi… magari utilizzando anche i caratteristici “Ape car”. Visitare Pizzo è una tappa obbligata, anche per fare un bagno su una delle sue meravigliose spiagge. (Settembre 2021).03_DSC_7352 04_DSC_7149 06_DSC_7153 09_DSC_7161 10_DSC_7162 11_DSC_7163 16_DSC_7178 18_DSC_7245 21_DSC_7261 23_DSC_7264 24_DSC_7169 25_DSC_7229 27_DSC_7168 28_DSC_7176 31_DSC_7186 34_DSC_7192 36_DSC_7197 37_DSC_7198 39_DSC_7202 42_DSC_7212 43_DSC_7208 45_DSC_7383 46_DSC_7386 47_DSC_7277 48_DSC_7278 49_chiesa_Piedigrotta 49_DSC_7301 51_DSC_7285 52_DSC_7290 53_DSC_7293 54_DSC_7307 55_DSC_7298

Pizzo Calabro (VV): una perla ‘gustosa’ della “Costa degli Dei”.ultima modifica: 2021-11-09T15:57:39+01:00da arcobaleno1956
Reposta per primo quest’articolo