Amendolea(RC)_Borgo antico e Castello Ruffo

Ubicato nella frazione del Comune di Condofuri(RC), in piena area grecanica, il sito archeologico si arrampica su un cucuzzolo del versante ionico dell’Aspromonte a circa 400 metri slm, sulla riva della spettacolare fiumara Amendolea (un tempo navigabile), a pochi km dal mare. L’origine del nome “Amendolea” potrebbe derivare dalla presenza in zona di parecchi alberi di mandorlo (nel dialetto locale, con il termine “mmenduli” si intendono le mandorle, dal greco Amigdala), ma anche dalla famiglia omonima che ne deteneva il dominio in epoca fuedale. Sovrastato dalla rocca su cui si ergono le rovine dell’imponente castello normanno dei Ruffo di Calabria (il cosiddetto Castello dell’Amendolea), il vecchio borgo fortificato è stato gradualmente abbandonato a causa di calamità naturali, tra cui i terremoti del 1783 e del 1908, e definitivamente dopo l’alluvione del 1956. Il castello dei Ruffo (proprietari dal 1624 al 1794, fine dell’età feudale), fu costruito nel XII secolo. Nel corso del tempo ha subito diverse modificazioni, con costruzione anche di nuovi ed eleganti ambienti e edifici. Il terremoto del 1783 ne sanzionò l’abbandono. Nonostante le passate trasformazioni e l’attuale stato di trascuratezza, il borgo e il castello conservano ancora evidenti segni della fase medievale. Dentro le mura del castello si trovano i ruderi della chiesa SS.Annunziata (XIV secolo), nelle immediate vicinanze i resti delle chiesette di Santa Caterina (XIII sec.), San Sebastiano (XV sec.) e San Nicola (XI sec.). Il borgo antico è raggiungibile salendo da una stradina impervia, che dall’abitato nuovo conduce ad un piazzale che funge anche da parcheggio. L’area del sito è priva di controlli, per cui è possibile esplorare i ruderi in piena libertà, in un ambiente quasi surreale, dove il silenzio regna padrone. Il panorama che si gode da quel balcone naturale è semplicemente splendido, mozzafiato, da rimanere incantati. Il sito (in generale pulito) avrebbe bisogno di interventi di riqualificazione/manutenzione (strada di accesso dal paese, segnaletica, illuminazione, percorsi), di messa in sicurezza per il visitatore (scalinate, staccionate di protezione) e soprattutto di interventi di restauro/conservazione visto il grande valore storico/culturale che, altrimenti, al prossimo grave evento naturale rischia di sparire definitivamente. Assente o quasi la promozione turistica. La visita, consigliatissima, può durare circa due/tre ore. Scarpe da ginnastica o da trekking per una passeggiata in sicurezza. Bimbi a mano. Macchina fotografica obbligatoria. Alla fine consiglio un buon pranzo o una buona cena all’Agriturismo “Il Bergamotto” (poco sotto a 800 mt, con vista spettacolare sulla fiumara Amendolea), ottimo nel rapporto qualità/prezzo/bontà. Settembre 2019.